Ci avevano detto che Internet sarebbe stata la disintermediazione totale. Un mondo nuovo dove ognuno presenta il suo servizio pubblicandolo su web, dove la filiera si accorcia, dove il produttore ed il consumatore finale sono in contatto diretto. Vero! La filiera forse si accorcia, ma poi alla fine quanto siamo disintermediati? Non proprio una completa disintermediazione perchĂŠ alla fine quanti hanno la forza di presentare sĂŠ stessi ed il loro prodotto attraverso il web e poi vendere, fatturare, gestire informazioni personali, pagare le tasse e ottemperare a tutti gli altri oneri amministrativi che conseguono da unâattivitĂ commerciale o assimilata?
Ecco che qui si inserisce il ruolo di broker, hub o market se preferite possiamo dire che avviene lâuberizzazione del mondo per presentare il concetto in modo immediato.
La nota societĂ mette insieme domanda ed offerta di âpassaggiâ in auto creando un vero e proprio gigante globale dei trasporti âpubbliciâ o meglio dei trasporti al servizio del pubblico.
Non entro del merito delle diatribe fra tassisti, Uber, politica etc. Lâuberizzazione del mondo è in atto e posso anche dire che mi sta bene e porta dei vantaggi immediati e dico subito che non sono tra quelli che vuole proteggere gli interessi dei tassisti o di altre categorie. Se la tua value proposition è guidare unâauto, beh, scusa, siamo nel 2017.
Bisogna imparare cose nuove. E cosĂŹ come Uber abbiamo Airbnb, Booking, Kindle, Apple Store, per parlare solo di quelle che uso io. Il fatto è che a guardare bene abbiamo un nuovo intermediario, questa volta globale, per ogni aspetto della nostra vita. Alcuni la chiamano sharing economy. Ma non è sharing per niente. Uber economy rende molto meglio lâidea. Elimino intermediari locali e magari multipli ed ho un unico punto dâaccesso allâintera categoria di servizi. Il nome stesso Uber, vocabolo tedesco traducibile come Over in Inglese e Al di sopra in Italiano rende immediatamente lâidea che produttore e consumatore sono assoggettati ad una nuova forma di controllo governata da un ente unico in tutto il mondo.

Dico ancora che io personalmente uso Uber invece del taxi quando posso perchĂŠ lâesperienza utente la trovo paradossalmente piĂš rassicurante: so subito quanto pago, prenoto premendo un bottone senza dover parlare con qualcuno al telefono e questo sembra niente ma quando viaggi magari allâestero è un gran sollievo non avere dubbi tipo âci saremmo capiti sullâorario?â, âverrĂ qui o avrĂ capito una strada diversa?â etc. etc.
Stesso discorso per Booking o AirBnb, il punto di accesso unico è comodo. Familiarizziamo una volta e siamo tranquilli anytime, dappertutto. Un poâ la stessa ragione che rende gli incroci di una cittĂ come Londra tutti identici: Tesco, Sainsbury, Lloyds o altra banca, agenzie immobiliari, Subway, Pret-a-manger, Caffè Costa etc. Ogni londinese si sente a casa in qualunque punto della cittĂ . E ci credo. Il panino al prosciutto di Parma del Pret è uguale in tutta Londra, buonissimo talaltro.
Ma allora la sharing economy? Dove la mettiamo? La facciamo o no? Ancora una volta si tratta di eliminare lâintermediario, ma questa volta quello grosso. Fare la post-uberizzazione del mondo. Fare Uber senza Uber o AirBnb senza AirBnb. Sembra impossibile, ma forse non lo è. Bitcoin ci ha insegnato una cosa e cioè che posso installare un software sul pc e fare internet banking senza una banca. E allora forse anche tutto il resto non è impossibile.
2 risposte a “Ma quale sharing economy”
Anche se non sono pienamente d’accordo, capisco il tuo punto di vista.
Ă che, ovviamente, se uno investe tempo ed energie in una piattaforma o servizio nuovo (che sia di sharing economy o meno) si aspetta che i suoi sforzi siano “gratificati”, termine che nel nostro mondo va di pari passo con “soldi”.
[Bitcoin sicuramente ci ha insegnato qualcosa, ma i veri insegnamenti ce li deve ancora dare :)]
Ciaoo
Anch’io capisco il tuo. Sinceramente sono pragmatico e trovassi come far soldi con un uber-model non mi tirerei indietro per ragioni ideologiche. Tuttavia il mio pezzo si inserisce nel discorso piĂš ampio della decentralizzazione che è un concetto che mi piace promuovere