Basta Captcha, usiamo i Bitcoin

Bitcoin non è solo una moneta, è anche un laboratorio che apre a nuove applicazioni. L’aspetto fondamentale delle crittovalute è la blockchain: un database distribuito, non falsificabile, globale di transazioni non revocabili con data certa. Un esempio di applicazione è la prevenzione contro le false identità su web che in genere sono controllate da bot e che vengono usare per attività fastidiose se non addirittura illegali. Questi sono la causa dei captcha che affliggono gli umani tenuti a distinguersi dai computer. Un modo efficace per evitare che un bot faccia un signup su un certo sito sarebbe quello di imporre una fee di ingresso, ma questo ovviamente farebbe crollare il numero di utenti che si registrerebbero ad un servizio. Una possibilità più praticabile potrebbe essere quella di invitare gli utenti a bloccare una piccola somma, senza però spenderla realmente, quando vogliono registrarsi ad un servizio. Questo potrebbe essere fatto grazie ai Bitcoin. In pratica l’utente prima di registrare una certa identità ad un servizio fa una transazione a beneficio di un certo indirizzo Bitcoin, di cui l’utente è e resta il proprietario, e garantisce che quella piccola somma in Bitcoin resti lì, pubblicata, non revocabile, non falsificabile. Sarebbe come una moneta dentro un vaso di vetro visibile a tutti, posta lì come pegno di buona fede.  Il sito target considererà l’account valido finchè quella somma resterà bloccata e permetterà di sbloccarla quando l’attività dell’utente sarà sufficiente a dimostrare che si tratta di un’identità reale e non di un bot.

ps: per questo post i credit vanno a joecascio.net

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